È disponibile su tutte le piattaforme digitali “Kintsugi”, il nuovo singolo della rock-band romana Il Grido. (clicca qui). Il titolo del singolo fa riferimento all’arte giapponese che consiste nel riparare con l’oro gli oggetti rotti, in questo modo ciò che – secondo la tradizione occidentale – è rotto, acquista nuova vita invece che perdere di valore, fa nascere bellezza dalle ferite.
Secondo la band: ”Il brano rappresenta per noi un passo avanti per diversi aspetti. Della storia d’amore abbiamo approfondito l’idea di fiducia reciproca, del riconoscimento dei propri difetti e di come affidarli consapevolmente all’altra persona affinché se ne possa prendere cura.” Un brano ricco di cambiamenti che rispecchia a pieno la nuova identità della band, dove sia la scrittura che il mood sonoro cambia forma, i synth rendono i suoni più rotondi dando, così, più spazio alla voce e alla melodia.
La banda dagli inizi alle classifiche
Il Grido è formato da Giuseppe Di Bianca, Andrea Jannicola, Davide Costantini e Lorenzo Spurio Pompili. Dopo due Ep d’esordio la band pubblica il suo primo disco nel 2017 con la Volume! Discografia Moderna e fin da subito il singolo Amsterdam (hai una cura per me?) scala le classifiche di gradimento del mercato indipendente. Tra i vari Festival italiani a cui Il Grido partecipa spiccano il RETAPE Festival all’Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ad altre band rappresentative della scena romana come Piotta, Mirko e il cane, The Niro, Mèsa, Assalti Frontali, Cor Veleno e tanti altri, ed il MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza. La band ha aperto anche molti concerti di importanti artisti del panorama italiano come Lo Stato Sociale, Marta Sui Tubi, Omar Pedrini, Zibba e Dunk.
Roma e Terracina. Le città e l’ispirazione
Abbiamo incontrato la band per scoprire quanto le loro città, con i loro ritmi, abbiano influito nella loro formazione e produzione musicale.
Quanto la città (nel vostro caso Roma), influisce o ha influito nel processo creativo e nella loro produzione musicale?
Roma ci ha sempre affascinato perché è talmente grande che puoi sparirci dentro. C’è così tanto traffico che puoi nasconderti nel via vai di persone e automobili. In una grande città è più difficile incontrare per caso persone che conosci, quindi hai più tempo di osservare, di raccogliere gli stimoli, di riflettere. Ben Harper disse in un’intervista che quando non ha ispirazione per scrivere, gli basta prendere il tram. Ci è piaciuta la frase, e ci piace fare la stessa cosa. Provare a leggere una storia sui volti degli sconosciuti che vanno o tornano da lavoro come te, dei ragazzi che escono, verso cosa stanno viaggiando, quale situazione hanno vissuto o stanno per vivere.
Ma non tutti voi siete di Roma, giusto? La città è fatta anche di “forestieri”…
I volti degli stranieri, provare a capire dai loro gesti quanto sono salde le loro radici qui. Riesco ad empatizzare, sarà che io (Giuseppe, voce della band) vengo da un’altra città e quindi un pò “straniero” a Roma mi ci sentirò sempre. Anche Andrea, il chitarrista, viene da fuori come me, con esattezza da Terracina, è li che abbiamo iniziato a suonare insieme. Metà della band quindi è “straniera”, ed è la metà che si dedica di più alla scrittura nelle fasi iniziali, nonostante la fase di arrangiamento sia sempre conclusa insieme a Davide e Lorenzo, che invece a Roma vivono da sempre. Ci piace pensare che questo in qualche modo influenzi il nostro sound, il misto della sensibilità di chi cerca di adattarsi ad un ambiente nuovo, e la sicurezza di chi si sente a casa. E noi ci sentiamo molto elettrici, come Roma, come il carattere del posto in cui il gruppo si è formato. E quante frasi ci sono venute in mente in macchina, nel traffico, appuntate durante la sosta ai semafori rossi.
So che c’è anche Terracina nel vostro vissuto!
Terracina è completamente diversa, col ritmo della vita molto più lento, senza la giungla urbana ma col mare sempre a un passo, un altro pianeta rispetto alla capitale. Il luogo ideale per riordinare le idee, dare un ordine al caos degli stimoli ricevuti e appuntati sul taccuino. Non basta solo provare l’emozione per scrivere un pezzo, serve anche la lucidità per darle una forma giusta. Tanto che se mi chiedono quale mi influenza di più a livello creativo, la prima risposta che mi viene in mente è la continua tensione fra le due città.
Un vero e proprio contrasto…
Due ambienti opposti e inseparabili che non solo contribuiscono al processo creativo, ma che sono state anche il vero e proprio soggetto di alcune canzoni. Roma e il traffico, col suo ambiente artistico sempre in fermento e in cui si deve sgomitare per brillare ed emergere è la protagonista del nostro pezzo Solo se luccica. Invece Brilla di più è una dedica a Terracina, che in quel momento passava un momento difficile a causa di una tromba d’aria che ha provocato forti danni alla città.
Una città come Roma non può non influenzarti nel modo di pensare, agire, comportarti: è tutto veloce, è una città che trova la sua stabilità nella corsa continua di chi la abita. È sicuramente uno stimolo continuo, il lavoro e il tempo impiegato per raggiungerlo, il traffico, la vita notturna, gli incontri sempre nuovi, che però spesso vengono rielaborati nella quiete di Terracina, col suono delle onde nelle orecchie, col motore che rallenta, negli angoli della città in cui sei cresciuto e che conosci a memoria, davanti a una birra con gli amici di sempre.
È come se Roma fosse la giornata piena di input e proposte, Terracina la notte di cui hai bisogno per scegliere a cosa dire si.”