Io sono Bestemmia di Andrea Ibba Monni e Ga’ (ora anche edito in un succoso volumetto) si è ripetuto dopo anni per un pubblico attento negli spazi Silver Fox Factory di via Dolcetta, a Cagliari (dal 24 al 27 novembre e dal 1 al 4 dicembre in occasione di Teatroteca 2022, rassegna in programmazione dal 27 ottobre).
Quello che avevamo lasciato (l’opera fa parte di un progetto più ampio denominato Cuore di Tenebra) viene ritrovato con una evidente maturazione. Ibba Monni, che anche questa volta non è morto (ma Dio santo, per fortuna nostra! ndr) è sempre bravo ma lo è di più, perché altro percorso è stato fatto, altra strada percorsa, e la voce, l’inflessione – e quella caratteristica S – fanno della sua interpretazione un piccolo originale gioiello (e se qualche pecca c’è, è quella esagerata cifra stilistica che molti puristi guardano con distacco e che chi scrive trova adeguata e distintiva ndr).
Io sono Bestemmia racconta l’epopea di un’antifamiglia in cui “eroi non eroi” si muovono in anni cruciali per la cultura italiana, quelli delle soap opera, delle serie TV americane, dei talk show, dei social e dei reality spazzatura. Un’epopea della famiglia non famiglia che rivela sé stessa logorata in abusi, violenze, proiezioni arbitrarie su figli in fuga e bullismo. Un Bildungroman che si svolge nelle pieghe dei sentimenti in un caos che, come dice il protagonista, è inutile frenare e contrastare e che trova redenzione solo nella propria luce.
Ibba Monni mostra coraggio, sia fisico (perché regge il gioco narrativo senza mai fermarsi), sia emotivo, sia interpretativo (cambiando scena, personaggi e luoghi, veri o interiori, grazie all’aiuto di musiche iconiche che parlano senza filtro).
Una vita intensa, in cui un protagonista funambolo diventa una casa delle vacanze; una passeggiata dall’uscita dalla scuola; un’adolescenza bulimica a nutrirsi di cibo e televisione e una madre, vittima di paralisi fisica e senti-mentale, in bilico fra l’Augusta Gein di Robert Bloch e la Mommie Dearest di Christina Crawford.
Cinquanta minuti – mai noiosi, mai scontati – con il fiato sospeso che si concludono con un abbraccio e che inscenano il bisogno dell’uomo di sentirsi “piccolo ma fondamentale” e la cruda essenza di un Certo amore in cui, come dice la Sissi di Marie Kreutzer (Il Corsetto dell’Imperatrice, premiato a Cannes e nelle sale dal 7 dicembre): “Nessun ama nessuno. Ognuno ama ciò che desidera dagli altri”.
Teatroteca 2022 ha avuto inizio il 27 ottobre (Gonadi e El hombre mas cercano a Dios) e prosegue con Teatro Princesa – “Sa bida de Carule Porcu”, spettacolo ideato e interpretato da Christian Mandas e Amedeo Cicala: una storia di formazione e riscatto ambientata fra una Sardegna fittizia e una umanità fin troppo vera.