C’è un ricordo profondo, nel ventre molle dell’adulto, che è fatto esclusivamente di circo: per chi scrive è la metamorfosi del Clown in Lacrima che diventa Liana Orfei sulle note de “La pista dei sogni” (Circorama 2000, 1982), in bilico su una luna come Ryan O’Neal e la piccola Tatum nell’indimenticabile Paper Moon (1973). Un bambino sulle spalle di un adulto, in fuga entrambi da una vita complessa, nell’orizzonte della fantasia più tenera.
Ed è proprio questi ricordi, del tutto personali (me ne scuserà il lettore ndr), che smuove il physical theatre di Rémi Jacques e Jean-Félix Bélanger, intitolato CIRCO | Glob, in scena al Teatro Massimo di Cagliari dal 22 al 26 marzo 2023 e prodotto dalla compagnia “Les Foutoukours”, che crea e produce spettacoli teatrali originali dal 1997 (Prix Culturel des Offices Jeunesses Internationaux du Québec (LOJIQ) nel 2010 e Coup de coeur de programmation, Théâtre du Marais, Val-Morin per “Les Bros” nel 2018. questi solo due di numerosi premi). La scenografia di Rémi Jacques prende vita grazie alla professionalità di Damien Boudreau, alla progettazione di Jean-Félix Bélanger e Francis Hamel (i globi sono di Frédéric Vincent e la realizzazione robotica di Rodolphe St. Arnaud), mentre la consulenza degli acrobati Jonathan Brochu e Nadia Genois (per la scala) e di Jérôme le Baut (main à main) si sposa alla perfezione con i costumi di Philippe Massé, creati da Chantal Mailly), e con le musiche di Martin Lizotte.
L’opera muta e lirica di Jacques e Bélanger – che ricorda da vicino Charlie Chaplin – è un viaggio in cui due curiosi e bizzarri personaggi, morbidi e senza una precisa età, percorrono immaginarie strade e fantastici mondi sospesi fatti di fiocchi di neve, luci e sfere impalpabili. In tale viaggio essi sperimentano la vita con mimico stupore, pianto, riso, abbracci e capitomboli spericolati, vivendo un “Qui e Ora” puro e ideale fatto di attesa, ignoto, incontri, lentezza e semplicità. Cosa rappresentano i magici “Shakespeare del Clown” (The News, Edinburgh Fringe, 2019)? Forse le ali d’oro della vita che, per dirla come Charlotte Brontë, si aprono tenendoci saldi anche dopo pesanti prove, infondendo il coraggio che solo l’emozione della primavera riesce a evocare anche nel periodo più nero. Ecco perché Glob è ora necessario, per adulti e bambini.
Ma cosa cerca il peloso duo del nouveau cirque? Cosa e chi aspettano i due tondi amici? Nessuno può saperlo: è una botta e risposta del tutto visiva, fatta di sorrisi, sbuffi e spallucce a comunicare il coraggio dell’incontro in quadri circensi deliziosi e intrisi di gioia. Senza sovrastrutture e paura dell’ignoto o dell’altro, i pelosi protagonisti delle gag avanzano surreali in una dimensione scarna in cui compaiono scale, oggetti e sorprese infinite.
Il vuoto riempie la scena, ne abbatte la quarta parete ed entra in un luogo, anch’esso senza dimensione, in cui un padre indica una scala illuminata da una luce e mostra al bambino eterno la misteriosa danza della vita e l’artista che la interpreta con il sorriso.