Con lei condivido il segno zodiacale, quello dei pesci, e l’ amore per l’eccesso . Certo non potrò mai mettermi – per fortuna – un caftano, non potrò mai portarmi appresso fino in fondo quella leggerezza alla Calvino , quell’antidoto alla pietrificazione del mondo che sempre lei donava a ogni ambiente. Per quello ci vuole pazienza, ci vuole la vita, ci vogliono anni (e forse qualche soldo con un filino di follia, altrimenti sai che noia!).

Marta Marzotto si spegne così, nel caldo delle serate estive, quelle popolate di umidità, vento, brezza, in un’attesa di maestrale passata ad ascoltare il tintinnio dei bicchieri.

Marta Marzotto.Regina delle conversazioni, attenta, brillante, piena di quella gioia che solo chi conosce grandi ombre può avere. Perché le ombre le aveva, in uno sguardo, in un commento sussurrato al ventaglio, fra un “cling clang” di bracciali e di ciondoli. Era, secondo Renato Guttuso , “miele, sangue, respiro, amore”, una “dolce libellula d’oro” che dalle risaie era approdata a Milano , dalle sorelle Aguzzi, e poi madre, nonna, designer, scrittrice. Regina anche di rughe ( Roberto D’Agostino diceva di lei “Non baciate la Marzotto. Vi attacca le rughe”), raccomandava alle signore, nella sua autobiografia, di indossare le collane solo a colazione perchè la sera sembrano tutte uguali (ed è verissimo, provare per credere). Aveva l’aspetto di una Pocahontas selvaggia: longilinea, scattante, reattiva ai raggi del sole, era di sicuro un’estranea regina fra i personaggi a dir poco bizzarri della cosiddetta Prima Repubblica.

A me piaceva perché amava la Sardegna anche d’inverno, ci veniva da sempre (il ricordo più divertente è la festa organizzata per gli ambulanti senegalesi e tunisini, che arrivarono in massa ad assaggiare le pietanze organizzate in doppio menù: sardo e etnico, in bilico fra cous cous e sebadas); mi piaceva perché tutto intorno a lei era spontaneo, le persone le andavano incontro, non si imponeva ma “c’era”. Che poi, in fondo, è quello che distingue una signora da una teatrante.

By Matteo Tuveri


Foto di copertina: Marta Marzotto con Renato Guttuso (Fonte: Artribune)