Ha partecipato a 200 rassegne internazionali di satira e umorismo, collabora con le sue opere con Smemoranda e Tuttoscuola, ha contribuito (fra i tanti, impossibile citarli tutti) a Didascalie (1999), l’Alto Adige (dal 1976 al 1996), Scuola e Didattica (1990-1992) e Doppiowù (Mondadori, 1975), ed è Art Director dello Studio d’Arte Andromeda (di cui MockUp Magazine si è occupato in questo stesso numero). Assunta Toti Buratti è uno dei nomi, e delle “matite”, più intelligenti dell’universo dell’illustrazione satirica e umoristica e ci ha parlato non solo del suo percorso artistico e intellettuale, ma anche della necessità di satira in un mondo sempre più in cerca di verità e “altre” narrazioni.
Il luogo in cui nasciamo e ci formiamo influenza per sempre il nostro percorso. Quanto vale per lei questo assunto?
Sono cresciuta nelle Marche fra l’Appennino e il mare, colline e orizzonti senza fine. Ho studiato alla scuola del Libro, nel Palazzo Ducale di Urbino. C’era, in quel luogo, una gioia sottile e diffusa che entrava nella pelle, non era solo la giovinezza, era qualcosa che si respirava. Entravamo a scuola nella penombra della rampa elicoidale. Uno sguardo al cortile del Laurana, le aule fra i due torricini, le finestre verso l’infinito. Eravamo vicini a Botticelli, Piero della Francesca, Paolo Uccello. Respiravamo insieme quel mistero che era nell’aria. Quelle atmosfere ci hanno segnati per sempre e l’occhio si è abituato a cogliere sfumati e nitidezze, linee e campiture – il magico, il fantastico, lo stupore sono entrati nella mente insieme al senso di armonia. Sono cresciuta in questo clima e, a mia insaputa, in modo silente, il luogo mi ha dato l’imprinting.
Contrasti che si nutrono di differenze e dettagli. Ci vuole allenamento a coglierli…
Questo stato mentale favorisce il pensiero creativo e la capacità di cogliere “vicinanze” e “dissonanze” L’accostamento, l’improbabile, il rumore fuori scena, diventano l’attimo magico che allerta il cervello. Quel sottile allarme attiva il senso critico, preziosa porta aperta verso l’esercizio del libero pensiero La satira sollecita questo uso dinamico della mente.
Poi il lavoro: insegnante di disegno da vero e le collaborazioni con Franca Marenzana, i libri umoristici e le illustrazioni per alcuni testi per il Servizio Istruzione della Provincia Autonoma di Trento, alcuni dedicati al mondo della scuola (a lei molto caro). Dal 1975 è un treno che non si ferma: “Compagni di scuola” nel 1975 (Ed.Ottaviano); “Adoro la scuola” nel 1984 (Ed. Bertani); “L’impegno di una scelta” e “Speciale orientamento” nel 1985 (Ed.Provincia Autonoma di Trento); “Quasi sufficiente” del 1997 (Ed. Curcu & Genovese e “A passi lenti” nel 2012 (Ed. Andromeda). Ma ci sono anche i premi e i riconoscimenti.
Tutto il resto è stato una inevitabile conseguenza. In seguito ci sono stati: l’insegnamento all’istituto d’Arte di Trento, lo sviluppo dell’attività umoristica, collaborazioni con quotidiani e riviste da CA’Bala a Scuola e Didattica a Smemoranda. La pubblicazione, in collaborazione con Franca Marenzana, di alcuni libri su temi scolastici, una Palma d’Oro a Bordighera per il miglior libro umoristico dell’anno, altri premi in Italia e altrove. Diversi inviti per Giurie internazionali da Cuba a Istanbul, l’attivazione all’interno dello Studio d’Arte Andromeda di Trento di un Laboratorio di disegno umoristico.
Tempi difficili: guerre, diritti negati, crisi e narrazioni eterodirette. Quanto è utile coltivare il proprio sogno e quanto lo è stato per lei?
Ho avuto la fortuna di disegnare e sognare tanto… I Tempi attuali ci presentano la necessità di ritornare “Disegnatori Combattenti” È necessario dare vita a una nuova resistenza, tornare partigiani e prendere le nostre armi: matite 6B, morbide e potenti.
Foto di copertina: Scarpe rosse e Rospo di Toti Buratti. Realizzata per la mostra internazionale “Trazos libres” e presentata da Marlene Pohle il 10 marzo 2022 con oltre cento artiste, tra le migliori di grafica satirica mondiale, presso il Centro Culturale Fonatarossa a Rosario in Argentina. La mostra è diventata poi itinerante.