Trento, Roma e Milano. Si è tenuta da tre sedi la presentazione del programma della 16° edizione del Festival dell’Economia che quest’anno ha come tema: Il ritorno dello Stato, imprese, comunità, istituzioni. Il Festival si terrà dal 3 al 6 giugno.
A Trento, nella sala Depero del palazzo della Provincia, sono intervenuti il presidente Maurizio Fugatti, il sindaco del Capoluogo trentino, Franco Ianeselli e il rettore Flavio Deflorian.
A Roma, hanno presenziato l’editore Giuseppe Laterza e Innocenzo Cipolletta, coordinatore del Comitato editoriale. Da Milano è invece intervenuto il direttore scientifico Tito Boeri che ha illustrato il programma dell’edizione 2021.
L’organizzazione, vista l’emergenza COVID, si articolerà – previo continuo miglioramento delle condizioni pandemiche – con i relatori in presenza e all’aperto o, se possibile, anche all’interno (con presenze contingentate).
Il programma
Il programma della 16° edizione del Festival dell’Economia di Trento (clicca qui) si basa sul concetto di varietà, confronto, informazione e dialogo. Il formato dell’evento si articola sulle Alan Krueger Lecture (serie di lezioni sulla politica economica basata sui fatti); resoconti di nuovi filoni di ricerca da parte dei loro pionieri (denominati “Alla frontiera“); confronti e dialoghi fra economisti e non-economisti, due punti di vista diversi, due modi opposti di guardare a un problema, due possibili alternative per risolverlo; un Forum in cui protagonisti del mondo dell’impresa, della ricerca, dei media, della politica discutono le questioni calde dell’economia; incontri con autori contemporanei, e una sezione “Intersezioni” (in cui storia, sociologia, filosofia e altre discipline trattano la realtà economica).
Grande importanza è riservata alla Storia: “Nella storia si ritrovano le radici e le ragioni del presente. Lo sguardo rivolto agli eventi del passato, nel nuovo formato del Festival dell’Economia, offre un’ulteriore prospettiva dalla quale trarre indicazioni per la migliore comprensione del tempo che viviamo. Con la partecipazione di alcuni tra i migliori e più rappresentativi storici della tradizione di studi del nostro paese”. È previsto un concorso per gli studenti delle scuole superiori italiane ad indirizzo economico, storico-filosofico, linguistico (largamente partecipato). Un passaporto per entrare a far parte della cittadinanza attiva denominato “EconoMia”.
I protagonisti
Il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha ribadito l’importanza del senso di continuità anche nei momenti difficili e la necessità, attraverso l’accoglienza e il confronto, parole chiave del Festival, di porgere al pubblico un messaggio di fiducia e programmaticità per il futuro. “In un territorio di autonomia – ha proseguito Fugatti – è importante sottolineare come il tema dell’evento, “Il ritorno dello Stato, imprese, comunità, istituzioni”, sottolinei non solo la necessità e la presenza di maggiori risorse pubbliche, ma anche il bisogno di coordinare autonomia, risorse pubbliche e risorse private in un’ottica non centralizzatrice”.
Il Prof. Giuseppe Laterza ha evidenziato come il momento storico difficile, in cui anche “l’OMS ha dichiarato che i paesi ricchi non abbiano fatto ancora abbastanza per aiutare i paesi più poveri a vaccinare i loro cittadini”, imponga una riflessione sulla differenza fra collaborazione e competizione. “Vaccinando le persone maggiormente in difficoltà – ha proseguito il Prof. Laterza – si impedisce la nascita di nuove varianti del virus COVID19 e dunque si contribuisce ad aiutare tutti: ricchi e meno ricchi”.
Alla base della differenza fra Collaborazione e Competizione sta, infatti, il nuovo sguardo sull’economia presente, in cui quello che tocca e riguarda pochi può ricadere sulla maggioranza degli individui e dei paesi. Il professore ha dunque concluso: “viviamo un passaggio storico in cui occorre essere lungimiranti, portatori di un nuovo sguardo e creatori di nuovi strumenti”.
Franco Ianeselli, Sindaco di Trento, ha parlato del Festival in quanto momento di confronto, dialogo e apertura, portatore sano di un vaccino contro la chiusura mentale: “una società aperta si basa sulla tolleranza, sulla coesione sociale e sulla libertà individuale. Tutti concetti che, durante l’emergenza pandemica, sono difficili da conciliare e che uno Stato democratico rende possibile grazie alle sue istituzioni e al dialogo”. Ianeselli ha poi espresso la sua soddisfazione nel commentare il programma del Festival, specialmente il fatto che esso ponga una “riflessione non solo sull’economia o sullo Stato, ma su tutto ciò che è corpo intermedio fra Stato e Mercato: la società civile, la gente che anima il mercato stesso”.
Innocenzo Cipolletta, coordinatore del Comitato editoriale, si è alternato al Rettore dell’Università di Trento (“quale Stato vedremo ritornare dopo anni di difficoltà?”), sostenendo come “vista l’emergenza in atto, ci siamo resi conto che Sanità, Educazione e Trasporti non fossero solo aspetti trascurabili del nostro vivere da limare o risparmiarci sopra, ma punti essenziali della vita. Ci siamo resi conto che lo Stato esiste per vigilare e garantire che tali servizi rimangano strumenti essenziali di un tessuto democratico”.
Tito Boeri, Direttore scientifico del Festival dell’Economia, ha illustrato il programma dell’evento parlando di rapporto fra esternalità molto forti, come una pandemia, e la necessità di Stato: “abbiamo imparato che la democrazia è una risorsa. Laddove all’inizio sembrava che uno stato non democratico fosse maggiormente in grado di gestire un’emergenza, abbiamo dimostrato, a lungo andare, come la gestione democratica sia stata la più lungimirante ed efficace (e lo dimostrano le difficoltà a gestire la pandemia in Brasile e India)”.
L’economista ha poi posto la domanda, sulla quale si confronteranno alcuni relatori del Festival: “quale Stato occorre vedere in azione e quanto occorre che esso si limiti?”, reiterando l’importanza, in un’economia nuova, dei “corpi intermedi (delle persone) e dell’associazionismo” che, come ha ribadito Joseph Eugene Stiglitz durante la scorsa edizione, sono il cardine della buona economia. In presenza di monopolio e corruzione, infatti, si attua una forte distorsione dell’economia, uno spreco incalcolabile di denaro, opportunità e vite umane. “La fine della pandemia – ha scritto Boeri – può essere l’occasione per ridisegnare i confini dello Stato, rafforzare la sua presenza dove ce n’è maggiore necessità progettandone la ritirata altrove. Cosa deve fare il settore pubblico per i propri cittadini e cosa invece deve limitarsi unicamente a regolare e lasciare all’iniziativa privata? E come trattare il privato che non si limita perseguire i propri interessi individuali o di impresa, ma che si organizza in comunità, in associazioni del Terzo settore, capaci di occuparsi del bene comune al pari, se non meglio, del settore pubblico?”