L’idea che il sesso con una prostituta possa essere terapeutico risale a migliaia di anni fa. Se ne trovano tracce già in un racconto dell’Epopea di Gilgamesh, poema dell’antica Mesopotamia.
Perché un uomo sente il bisogno di comprare il sesso, soprattutto se sposato o ha una relazione stabile? Il dilagare della pornografia e del suo linguaggio iconico potrebbe essere una spiegazione? Secondo Catharine MacKinnon, teorica della teoria femminista, la relazione tra pornografia, prostituzione e traffico di sesso è strettamente connessa, anzi, la pornografia è “essa stessa una forma di prostituzione e traffico“, secondo la MacKinnon (Pornography as Trafficking, Michigan Journal of International Law, 2005). Diversi studi critici (tra cui Unizon & Waltman, Mark, 2016, Pornography and prostitution: A report on exploitation and demand. Unizon) dimostrano la correlazione tra l’incremento dell’industria del porno e della prostituzione. Molti uomini, sia giovani sia adulti, consumano frequentemente pornografia. L’eccitazione scatena la risposta chimica del cervello che rilascia dopamina. Se la visione di pornografia diventa ripetitiva, il cervello si assuefà e rimuove alcuni dei recettori di dopamina. Per mantenere alto il livello di dopamina bisognerà quindi visualizzare il porno in quantità crescente o a guardarne forme più forti. Gli studi dimostrano che come conseguenza molti uomini diventano sostanzialmente più aggressivi sessualmente e ricercano sempre più il piacere sotto forma di violenza contro le donne. In questo senso, la pornografia erode l’intimità fisica ed emotiva nelle relazioni reali e crea aspettative irrealistiche sul comportamento sessuale e sull’immaginario del corpo femminile.
Da un articolo risalente al numero di dicembre gennaio 2008/9 della rivista Scientific American Mind, gli uomini che frequentano le prostitute sono trasversali a tutte le linee razziali, economiche, sociali e di età. In altre parole, i clienti delle lavoratrici del sesso sono camionisti, insegnanti, politici, medici, avvocati, studenti, agenti delle forze dell’ordine, e così via. I motivi esposti in risposta alle domande poste dallo studio sul perché della frequentazione sono molteplici e attraversano l’ampio spettro di possibilità che va dal timore di una vera intimità alla misoginia. Gli uomini comprano il sesso per colmare le loro insicurezze psicologiche e i loro bisogni sessuali.
Marco, cliente di sex worker
Ognuno di noi ha la propria storia, fatta di intimità celata, di piccoli segreti, di risvolti umani. Di seguito, il nostro contributo personale all’argomento: un’intervista a Marco (nome fittizio), cliente abituale di lavoratrici del sesso, che ringraziamo per il coraggio di raccontarsi e mettersi in gioco, con fiducia, apertura e senza giudizio alcuno.
Marco, sei cliente abituale di lavoratrici del sesso, vivi questa esperienza come vita parallela o integrata nella tua vita quotidiana? È facile per te visitare una lavoratrice del sesso?
È difficile risponderti in poche righe perché un uomo, ad un certo punto della sua vita, decide di accedere al mercato sessuale, perché ogni essere umano ha una sua storia personale unica ed irripetibile. Dico questo perché fra noi uomini, spesso ma non sempre, ci si racconta. Non tutti raccontano e molti hanno vergogna ma ne ho sentite di storie. Sì, sono stato e sono un cliente abituale di donne lavoratrici del sesso. Per molti anni è stata una vita parallela, ignota ai più e nota solo a pochissimi amici. Ora invece è una esperienza che faccio per resa. Facile visitare? È stato un cammino come in tutte le cose. O almeno così è stato per me. All’inizio ero terrorizzato di essere scoperto, di essere visto, di essere additato come un essere spregevole. Mi sono avvicinato pian pianino. All’inizio ci parlavo solo con queste ragazze, poi, con il tempo, a piccoli passi, sono arrivato ad avere dei rapporti sessuali. Sempre igienicamente protetti.
Come donna non posso che chiedermi il perché. Mi rendo conto che non esistono risposte semplici né univoche. Puoi spiegarci in breve un motivo o il motivo principale che ti porta alla frequentazione di una lavoratrice del sesso?
Perché? Come ti dicevo prima, ognuno ha i suoi motivi. Io ci andavo e ci vado per non essere solo, per essere abbracciato, per avere un rapporto umano. Ci ho messo anni a capirlo. Il sesso, almeno per me, è solo un aspetto del rapporto. Frequentare una ragazza era l’unico modo che avevo per non affogare. Questo l’ho scoperto dopo, con l’analisi. Era il mio modo di gridare “sono vivo!” Ho avuto una storia (chiamiamola così anche se non è esatto) con alcune delle ragazze che ho conosciuto: con D. (che era appena diciottenne e che ora ha 28 anni) o con A. (che aveva allora 45 anni ed ora 55), o con L. (che allora aveva 48 anni ed ora 58). A. scappò dall’Italia ed io non ebbi il coraggio di accompagnarla in aeroporto. Con alcune di loro, ti dicevo, mi incontravo con regolarità. D. è stata quella con la quale siamo stati più costanti. Non eravamo innamorati: assolutamente no. Ma c’era rispetto ed empatia. Ma ti ripeto: questa è la storia mia. Altri ci vanno per altri motivi. Se vuoi te ne parlerò.
La natura illecita del rapporto, il rischio insito (sia sociale sia personale), è un fattore di attrazione per te?
No, per me, no.
Esiste una correlazione, secondo te, tra la diffusione della pornografia che, secondo alcuni studi, erode l’intimità fisica ed emotiva nelle relazioni reali, e il sesso a pagamento?
Certamente! Ci sono ragazzi ventenni che non sanno stare con una donna normale. E che sono impotenti! Per noi maschi vedere è fondamentale ed infatti la pornografia è maschile. I giovani d’oggi sono drogati di pornografia: non sono uno specialista ma la mia idea è che la loro mente sia già piena di tutto. Quando noi avevamo 11-12 anni, ci bastava vedere una caviglia per eccitarci. A questi ragazzi nulla fa effetto.
La pornografia ha anche altri effetti deleteri. Molti cercano di mettere in pratica quello che vedono nei film. Molti cercano il fisting, il rapporto anale, tanto per dirne due. È come se la pornografia riempisse ogni spazio neurale: solo il sesso a pagamento appaga e talvolta nemmeno quello. Non posso rilevarti il mio mestiere ma credimi: ci sono ragazzi che sono impotenti a 20 anni. Che hanno paura delle donne. Che non hanno la benché minima idea di un comportamento normale. In questo senso io dividerei i maschi per classe di età, estrazione socio-culturale e abuso di pornografia ma non posso dilungarmi oltre. Stiamo facendo un’intervista: non stiamo scrivendo un libro.
Cosa pensi di questa affermazione: “il letto di una prostituta rappresenta l’ultimo bastione dell’antifemminismo. Solo lì gli uomini possono ristabilire il tradizionale dominio maschile sulle donne”?
Per me è una gran cazzata ma per molti è come dici tu. AL mi raccontava che a lei dava fastidio essere chiamata “troia! puttana!” eppure molti suoi clienti non riescono a rinunciare a questo modo di fare? La pornografia esalta questo linguaggio umiliante nei confronti della donna ed anche le sculacciate e la violenza pornografica (per esempio stringere le mani attorno al collo della donna o tirarle i capelli quasi fosse un cavallo) certamente non sono un buon modello educativo per i maschi. Un mio conoscente ama ristabilire, come dici tu, il tradizionale dominio maschile: ognuno ha una sua storia. Per lui è più importante odiare, umiliare e mutilare il sé della donna che in quel momento ha di fronte.
Raccontaci brevemente la tua prima volta, è stato difficile o naturale?
Molto difficile. Più brevemente di così!
Qual è il tuo criterio di scelta? Visivo, esperienziale?
Entrambi. Se conosco una bella persona, tendo a re-incontrarla. Se incontro una donna che non si apre, che non si racconta, che se ne resta chiusa, dura come un riccio e che si comporta come se fosse da un’altra parte (perché quello è il suo modo di sopravvivere!) non la cerco più. Ma non perché la giudico: si tratta di donne che riescono a sopravvivere a quel mestiere solo chiudendosi. Non lasciano nessuno spiraglio. “Questo è lavoro e basta!”: questo ti dicono. Non ti guardano negli occhi e così via. Sono donne che sono così provate che non ti lasciano nemmeno respirare una loro parola. A molti uomini queste donne piacciono: si comportano come cagnolini che vanno con delle cagnoline. Per me no: per me il rapporto umano è imprescindibile. Forse sono strano io.
Ti piace incontrare le stesse persone o preferisci la diversità?
Come ti dicevo, mi piace incontrare le stesse persone. Poi però il rapporto muta. Spesso la paura rende entrambi meno ricettivi e allora cambio. Ma non sono uno di quelli che ogni sera devono avere carne fresca.
Lo scambio è puramente sessuale o cerchi di più a livello emotivo nella transazione?
Penso di averlo già accennato. Il livello emotivo per me è fondamentale. Le ragazze che si raccontano mi parlano di uomini che vanno, non dicono una parola, chiedono il tipo di rapporto, fanno e vanno via. Tutte restano quasi sorprese dalle mie domande: Hai figli? Come mai questo lavoro? E così via. Di molte di loro ho visto le foto dei figli sul cellulare. Ho il ricordo di una bimba (la figlia di D) che a tre anni cantava una canzoncina natalizia e D sorrideva d’amore . Per me lo scambio non è puramente sessuale ma sono fatto così.
Pensi si possa creare un legame sociale al di fuori del coito? Conosci le persone dietro il corpo, ti raccontano la loro storia? Ti è mai capitato di pagare solo per un incontro, diverso da quello sessuale?
Per me, sì. Ho conosciuto storie agghiaccianti. F ha il papà in carcere. Il padre della bimba di N non ha riconosciuto la figlia. NA è vedova da quando aveva 23 anni. Ma te ne potrei raccontare tante. Ma non tutte si aprono, come ti dicevo. Pagare solo per un incontro, diverso da quello sessuale? Sì. Spesso ho pagato solo per parlare. Molti uomini lo fanno sai?
Immagini di avere una relazione genuina con una lavoratrice del sesso, basata sulla fiducia reciproca?
Non penso sia possibile. Un rapporto che nasce in un modo, difficilmente può cambiare. Pretty woman è un film che raramente accade nella realtà. Come potrei avere fiducia di una donna che ha oltrepassato il Rubicone? E come quella donna potrebbe avere fiducia in me, uomo che ha oltrepassato il Rubicone? Quando una persona accetta di andare con una lavoratrice del sesso, passa un limite. E viceversa quando una donna accetta di diventare una lavoratrice del sesso passa un limite. Si può tornare indietro, si può modificare la propria vita: questo sì. Ma un rapporto cliente fruitore con donna che offre e che viene pagato difficilmente può modificarsi.
C’è una vena romantica, ideale, nell’incontro stabile a pagamento?
Stabile nel senso “sempre con la stessa persona?” Certamente! Per me è così. Un mio conoscente è “innamorato” della sua F. Va solo con lei. F è fidanzata e sta accumulando soldi per sposarsi ed il suo fidanzato sa… tutto. Non penso sia una cosa normale o meglio… non lo comprendo
Pensi di soddisfare anche tu sessualmente queste donne che incontri?
Certamente e quasi sempre! Anzi se non ci riesco non ci ritorno.
Ti andrebbe di caratterizzare una donna che hai frequentato per sesso a pagamento?
Questa è difficile come domanda. La donna che a me piace è quella che si apre, si confida, si confessa. Quella che, per sua difesa (e non c’è giudizio), si chiude e non mi (o ti) permette una vicinanza, non avrà piacere dal rapporto, tenderà ad umiliare, a restare fredda non è il mio tipo. Ma è il tipo perfetto per altri! La donna che mi piace mi abbraccia e un abbraccio vero è un abbraccio vero. Un abbraccio finto è un abbraccio finto. La donna che mi piace è quella che si lascia abbracciare.
Parliamo ora di fattori più concreti. Quanto dura in media un incontro? Ci sono scambi o convenevoli sociali? In che fase avvengono, se avvengono, le discussioni pecuniarie? Ti sei mai preoccupato di contrarre una malattia venerea?
Quanto dura un incontro? Dipende. Da 20 minuti a due ore. Dipende dalla ragazza e dal rapporto che ho instaurato con lei. Ci sono sempre scambi e convenevoli sociali. Almeno per me. Discussioni pecuniarie? Sono brevi e stringate. Quando la tipa inizia a sciorinarti un prezzo speciale per un trattamento speciale, quella tipa è una fregatura. Ti sei mai preoccupato di contrarre una malattia venerea? Certamente! Per questo sono attentissimo. E frequento solo donne, madri in genere, attente come me.
Ora l’ultima domanda. Le donne che vendono l’amore finiscono spesso per esserne ferite. Una delle componenti è il disagio psicologico a cui sono sottoposte tentando di delimitare le proprie emozioni in modo da poter vendere l’intimità come merce, come prodotto di consumo. Inoltre, spesso soffrono di abusi fisici per mano dei loro clienti. Tu come uomo e come cliente, come ti poni di fronte a questi aspetti?
Con rispetto.
Red light, fonte: Pixabay, Foto di Michi S da Pixabay