Vi segnaliamo il libro ¡Viva la vida! di Pino Cacucci (Universale Economica Feltrinelli), un monologo di poco più di settanta pagine che mette sulla scena i colori, le depressioni e le vicende di Frida Kahlo. L’autore rivela come l’incontro con la pittrice e intellettuale sudamericana sia coinciso con l’amore per il Messico: “Frida in Messico è praticamente ovunque. Era, è e sarà sempre l’anima profonda del Messico”.
Cacucci, che Fellini ha definito “un artigiano, un costruttore di trame, di atmosfere e di personaggi”, appartiene alla schiera di scrittori validi che l’Italia offre: silenzioso, autorevole nella sua bellissima penna, è l’immagine della letteratura italiana che vorremmo fosse più visibile. Egli non vede un personaggio, non lo descrive, ma lo vive con il suo stesso cuore e i suoi stessi occhi. Nelle note di regia del testo l’affetto visionario per l’artista messicana: “comincia a mettersi collane di giada, ossidiana, turchese, anelli a tutte le dita, che tintinnano e scintillano. Appare come una splendida Coatlique, dea atzeca della Morte generatrice di Vita”.
Dal viaggio in autobus, conclusosi con un incidente che le causò infinite patologie e la costrinse all’immobilità e alla reclusione, fino all’amore per Diego Rivera, il monologo di Cacucci è un inno alla vita: nonostante i dolori, nonostante la sofferenza, Frida, “assassinata dalla vita”, trova nel continuo corteggiamento della morte una fonte inesauribile di arte.
“Frida era così”, legge l’autore, “una bomba avvolta in nastri di seta, come la definì André Breton. Ribelle in ogni gesto e sovversiva in ogni pensiero”.
By Matteo Tuveri
Foto di copertina: Mexico, pic by ban75 – CC0 Public Domain