La bellezza è un attimo che fugge prima di riperdersi nelle infinite pieghe della vita. Si potrebbe pensare proprio questo leggendo Marina (Mondadori, 2009). Un libro che è stato considerato inizialmente letteratura per ragazzi, prima di capire che certi capolavori non hanno limiti d’età.
Carlos Ruiz Zafón, sceneggiatore e scrittore spagnolo di fama internazionale (da lui altri best seller come L’ombra del vento o Il labirinto degli spiriti), è l’autore di un romanzo dai tratti fumosi e onirici. Riesce a trascinare con la maestria di un affabulatore, l’ardore giovanile per l’avventura e le emozioni scalpitanti dei visionari in una Barcellona di fine anni Settanta, sempre in bilico tra il passato e il presente.
LA CITAZIONE
Alla fine degli anni Settanta Barcellona era un’illusione di vicoli e viali in cui si poteva viaggiare a ritroso nel tempo di trenta o quarant’anni semplicemente oltrepassando la soglia di una portineria o di un caffè.
[Marina, Carlos Ruiz Zafón, Mondadori, 2009]
Il protagonista del libro è il giovane Óscar Drai, studente di un tetro collegio che, per sfuggire alla noia, esplora l’antico quartiere Sarrià-Sant Gervasi, un tempo dimora dalle ricche famiglie della città catalana. In una delle sue passeggiate il ragazzo è attirato dalla musica di un vecchio grammofono che proviene da una villa di pietra. Su un tavolino, dove l’apparecchio lascia risuonare alcune note celestiali, anche un orologio da taschino con una strana dedica.
Oscar ruba il gioiello ma qualche giorno dopo, vinto dai sensi di colpa, torna indietro per riportarlo alla villa. Incontra Marina, un’enigmatica ragazza dotata di grande fascino, aspirante scrittrice dalla lingua tagliente come le unghie di Kafka, il gatto killer con cui si accompagna. Così il ragazzo conosce Germàn, il legittimo proprietario dell’orologio e padre di Marina, nonchè il discendente di una famiglia caduta in disgrazia e pittore che parla con la luce.
Da quel momento Oscar e Marina scoprono una Barcellona intrappolata tra dolorosi scandali, moderni dottor Frankenstein, cimiteri con lapidi senza nome, reti fognarie popolate da creature senz’anima e misteri sorvegliati da farfalle nere che tormentano i loro sogni.
Travolti dall’imprevedibilità del destino, i due protagonisti svelano cos’è l’amicizia e come questa possa trasformarsi in qualcosa che capace di dilatare il tempo per farlo diventare eterno.
Marina non è un libro per tutti. È un inno alla vita e alla morte. Per leggerlo occorre avere il cuore saldo e lo spirito intrepido dei più incalliti sognatori.
By Sara Pintus
Foto di copertina: Casa Rialp, Joan Rubió i Bellvé, Barcellona (CC0 Public Domain, Fonte: Wikipedia)