Le Pergamene di Melquiades è un’associazione culturale, fondata da sette amici, che diffonde la letteratura e altre arti attraverso varie attività sul territorio sardo (nei piccoli e nei grandi comuni), creando legami, emozioni e una rete di persone accomunate dall’amore per la creatività. L’appuntamento regolare è quello con i Salotti Letterari, mensilmente tenuti da relatori differenti.
Abbiamo incontrato Danilo Mallò, uno dei creatori dell’associazione: appassionato scrittore, autore di Memorie di un’anima (La Zattera), vincitore del Festival Premio Emilio Lussu 2020. Danilo non è mai pieno di sé ma sempre pieno del mondo circostante, aperto agli altri, è generoso, affabile, ricco di eloquio, educato, capace di dare la sensazione che il suo interlocutore sia al centro del rapporto umano. In poche parole, uno scrittore (di quelli veri ndr).
Ti ringraziamo per averci concesso una chiacchierata sulla tua associazione Le Pergamene di Melquiades: 47 soci (a fronte di un solo anno dalla nascita) e numerose partnership. Nel curriculum si annoverano 33 Salotti Letterari, presentazioni e rassegne di libri in tutta la Sardegna, progetti realizzati per varie municipalità, laboratori di scrittura creativa, eventi a favore di VO.S.M e A.I.S.M. e un concorso letterario nazionale (mentre si scrive stanni per bandire il secondo) e altro ancora. Tutto risale al 2017, se non sbaglio. Ci puoi parlare delle origini?
La primavera del 2017 è stata una stagione foriera non solo di fioriture arboree, ma anche intellettuali. Proprio come compie magicamente la natura, facendo sì che da un chicco minuto cresca una sequoia mastodontica, quella primavera ha fatto lo stesso con una piccola idea che ha trovato genesi nel piacere di parlare di libri.
Tale piacere, quanto mai scontato in mezzo a orde di persone che non leggono, ha dato vita ad una teoria di salotti letterari. Si tratta di un appuntamento mensile – per ora interrotto dalla pandemia – con amici e amici di amici, in cui un relatore sempre diverso argomenta per circa un’ora di un tema da lui scelto, purché attinente alla letteratura. Oltre al relatore ogni mese cambia pure la location. Sulla Sella del Diavolo – a Cagliari – abbiamo parlato della Yourcenar, in spiaggia di Novecento di Baricco e di Cent’anni di solitudine di Gabo, ma siamo stati anche nelle biblioteche, in case private e in locali pubblici. Uno dei salotti più suggestivi si è tenuto in treno lungo la tratta Cagliari-San Gavino-Cagliari.
Il libro di cui parlate può influenzare la location, come un set cinematografico?
Certamente! Quando è possibile il luogo, e anche l’immancabile buffet successivo all’incontro, vengono scelti in base all’argomento trattato. Quale ambiente migliore del treno per parlare di Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie?
Dai primi incontri e Salotti Letterari c’è stata una crescita?
Al primo salotto, alla MEM – Mediateca del Mediterraneo, su Borges, eravamo in sette. Abbiamo stabilito il record di trentotto partecipanti, al Lazzaretto di Cagliari, sul tema della letteratura di fantascienza. Il successo dei salotti ha portato lo stimolo di fare di più e ancora di meglio. Ma allo stesso tempo si intuiva la necessità di strutturarsi, di darsi un nome, di essere riconoscibili. Per questo motivo, nell’agosto del 2019, dopo ventisei salotti letterari, sette aficionados si sono accordati per fondare l’associazione culturale. È stato un crescendo di emozioni e di orgoglio vedere quel semino trasformarsi mese dopo mese in un germoglio sempre più virgulto.
La pandemia, gli incontri e i progetti. Come vivete il momento all’associazione?
La pandemia ci ha impedito di realizzare ben tre eventi originali per i quali abbiamo investito soldi, tempo e mobilitato persone, ma non ha scalfito minimamente la voglia di ripartire, di fare cultura e promuovere la letteratura appena l’emergenza sanitaria svanirà. La nostra mente non smette di pensare in grande.