Parlare del Bassotto tedesco, che chi scrive reputa come parte integrante del suo background familiare (genetico) e culturale, non era semplice. Per raccontarlo abbiamo deciso di intervistare Patrizio Marcelli, pediatra di professione a San Benedetto del Tronto, artista della ceramica per vocazione artistica, con le sue opere ispirate alla tecnica raku (personale La sacralità nella ceramica a Budrio nel 2009), e autore di un libro sul Bassotto per amore.
Immaginate un luogo della memoria storica, sociale e antropologica, una Mischung di affetto e irruenza. Il termine tecnico è Dachshund, fusione delle parole Dachs (tasso) e Hund (cane), è conosciuto in Italia come Bassotto. Si dice anche che esista il cane e che esistano i bassotti.
Il bassotto è classificabile il nove razze di tre tipologie di taglie, il Bassotto Standard, il Bassotto nano e il Bassotto Kaninchen. La loro appartenenza alle diverse tipologie viene calcolata misurando la circonferenza toracica. In base al pelo, liscio, duro e lungo, i riflessi del suo manto cambiano con la luce, mentre il suo carattere, volitivo, creativo e protettivo, è una costante invariata, patrimonio immateriale della razza. Di lui si può decisamente affermare che nasconda un vento impetuoso e segreto, che traspare dal portamento e dallo sguardo, e una letteratura interiore tutta sua capace di attirare proprietari fuori dal comune.
Dott. Marcelli, lei ha dato vita negli anni a una sorta di Wunderkammer sul Bassotto tedesco pubblicando il volume bilingue Il cane bassotto. Immagini di carta (The Dachshund. Paper images of a dog’s tale – sito web). Il libro, composto da immagini storiche del bassotto distribuite in 250 pagine ricche di suggestioni, è stato definito da Antonio Palladini (Club Amici del Bassotto) come strumento capace di far «comprendere le motivazioni della diffusione mondiale di questa razza e le peculiarità che la rendono tanto amata».
Sorta di ideale completamento del percorso di conoscenza iniziato dall’illuminista Georges-Louis Leclerc con la Histoire Naturelle (nel capitolo dedicato ai cani), il suo volume parte dal secolo del Romanticismo e arriva fino al 1900 con fotografie, cartoline, vignette e caricature che ritraggono il cane bassotto e ne restituiscono intatta la forza e la diffusione mediatica.
La storia di un libro come il suo è senza dubbio la storia di un amore lungo una vita (o quasi). Ci può raccontare la storia della sua “relazione” con la razza e qualche aneddoto curioso o divertente legato a questa passione?
Il primo libro che ho letto si intitolava Natura Viva. Avevo cinque anni, età in cui ho iniziato la scoperta degli animali. Negli anni ‘50 del secolo scorso il premio riservato ad ogni buon bambino consisteva nell’andare nelle fattorie di campagna per conoscere gli animali da utilità o al circo e allo zoo dove si rimaneva stupiti dagli animali esotici. In quel periodo era consuetudine anche regalare vivi gli animali che dovevano “passare” per la cucina. Ogni gallina, papera, coniglio o piccione che entrava nella mia casa arrivava sempre all’età adulta. A questa allegra compagnia si aggiungeva qualche animale esotico acquistato nelle fiere di paese, come porcellini d’India e pappagalli, o autoctono come tartarughe e uccelli.
Ma poi si aggiunse il bassotto…
Si, quando è arrivato il primo bassotto è stata un’altra storia. L’apparente gestibilità della sua piccola taglia ha prodotto molte novità nel piccolo zoo del mio giardino. Non più un cane ma la coppia, poi non due ma quattro e poi sei.
Quando il salto da passione casalinga ad amore?
Ho iniziato a frequentare altri bassottisti, mostre di bellezza e poi prove di lavoro, con l’obiettivo di conoscere al meglio la razza ed acquisire la capacità di relazionarmi adeguatamente con questo cane, unico per le sue caratteristiche comportamentali. Quando ho creduto di conoscere la razza mi sono interessato a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Ho scoperto che è una delle più diffuse al mondo. Mi sono accorto che esiste un’immensa iconografia sul bassotto. Ho acquistato le prime coinvolgenti cartoline postali a lui dedicate. Preso da una ricerca che va oltre le cartoline, mi sono perso dietro libri, porcellane, dipinti, francobolli, sculture e mille altri oggetti. Maniacalmente ho navigato nel Web, inseguito e acquistato documenti e oggetti a lui dedicati in tutto il mondo: sono diventato un collezionista.
Sono riuscito anche a trovare qualcosa che non avrei mai immaginato e che poteva costituire un inedito e così è maturata l’idea di documentare tutto su un libro. Oggi cerco di dare a quanto raccolto e collezionato una storia. Perché tutto ha una storia, sempre. Condividere e mostrare quanto ho avuto possibilità di collezionare non è solo appagante, ma anche un omaggio al cane, l’animale da sempre più vicino all’uomo e che gli ha dato più di quanto non abbia ricevuto da lui.
Il bassotto è una disposizione d’animo, una filosofia di vita. Cosa c’è di vero, e cosa no, in questa affermazione?
Il bassotto è un cane diverso dagli altri. È frutto di una selezione voluta dall’uomo, una “stranezza” genetica. È un cane che ha più patrie perché ha il sangue di differenti razze di molti paesi europei dalle quali ha preso le caratteristiche migliori. È il simbolo di una nazione e per questo ha “sofferto” nelle guerre mondiali. È il primo cane ad essere mascotte ad una Olimpiade [quelle di Monaco di Baviera nel 1972 n.d.r.]. È “multifunzione” perché utilizzato come cane da compagnia e da lavoro ma è anche impavido e, nonostante la sua piccola taglia, può essere anche guardiano. È il cane più utilizzato nella pubblicità e nei film di successo, è tra i più amati al mondo e alla sua immagine atipica e curiosa è dedicato un numero quasi infinito di oggetti e immagini. La sua storia si intreccia, come quella di nessun altro animale, con gli avvenimenti degli ultimi 160 anni della vita dell’uomo.
By Matteo Tuveri
Ho conosciuto il Dr, Patrizio Marcelli quasi per caso,
Possedevo alcune cartoline “bassotti” che ho messo in vendita su ebay, siamo diventati amici!
Molto apprezzato il suo libro di ottima fattura in cui traspare il suo infinito amore per il cane “bassotto”.
Io sono collezionista da oltre 30 anni di tutto quanto concerne “funghi e tartufi,
Per la dedizione che ho profuso mi oso paragonare al Dr. Marcelli per la quantità di reperti accumulati negli anni.
Aldo Perosa