Fino al 30 agosto, gli spazi della Kunsthalle München (Monaco di Baviera, sulla Theatinerstraße 8 (nella Fünf Höfen), ospita la mostra Thierry Mugler: Couturissime, dedicata al fenomeno della moda che ha fatto dello stile parigino il volano della moda francese negli ottanta e novanta, entrando in competizione con l’avanguardia newyorkese e lo stile e il savoir-faire milanese.
La mostra, divisa in atti, proprio come uno spettacolo teatrale, espone 150 abiti di haute couture e prêt-à-porter, appartenuti a couturier, registi, fotografi, maestri del profumo e ballerini. Fra gli oggetti visibili dal pubblico anche costumi di scena, accessori, video, fotografie e preziosi e inediti materiali d’archivio.
Da quando nel 1997 la Chambre Syndicale de la Haute Couture ha aperto le sue porte all’avanguardia e al futuro, rappresentato dal designer e imprenditore di Strasburgo, che nel 1970 giunse a Parigi per lavorare come vetrinista, il suo astro non ha cessato di brillare. Il suo motto: “La mia unica misura è l’eccesso”.
Come conferma la Kunsthalle dalle pagine del proprio sito web: “la tendenza di Mugler verso il futuristico gli ha permesso di sperimentare tecniche e materiali d’avanguardia tra cui vetro (plexi), PVC, eco-pelliccia, vinile, lattice e cromo. Le sue ampie sagome architettoniche hanno plasmato la storia della moda. Ad oggi, ha influenzato un’intera generazione di aspiranti couturier”.
Il suo stile è caratterizzato da una mescolanza sapiente e creativa, mai ripetitiva e mai improvvisata, di alta cultura (miti, storia e raffinatezza) e Pop, di alta moda e dramma esibito (famose le sue sfilate, veri e propri spettacoli teatrali e circensi: non a caso nel 2000 ha collaborato con il Cirque du Soleil nello spettacolo Zumanity). Mugler per creare il suo universo infinito e sorprendente si ispira alle automobili degli anni settanta, al mondo degli insetti e ai film noir. Famosi i bustini esplosivi di Madonna o gli abiti, dalla linea tagliente e morbida insieme, di Sharon Stone.
Le creazioni di Mugler sono state indossate da star come Diana Ross, David Bowie, Lady Gaga, Céline Dion o Beyoncé e messe in scena da maestri della fotografia di moda come Helmut Newton, Ellen von Unwerth o Pierre et Gilles.
Brillante narratore con un debole per lo spettacolo teatrale, Mugler non ha solo creato alcune fra le sfilate di moda più spettacolari del suo tempo, ma ha anche disegnato costumi per Macbeth di Shakespeare messo in scena anche dalla Comédie-Française e al Festival d’Avignon. L’artista ha prodotto e messo in scena le sue stesse riviste, come le Mugler Follies a Parigi e il Wyld al Friedrichstadt-Palast di Berlino. In qualità di fotografo ha diretto il video Too Funky, del cantante britannico George Michael e brevi pellicole con Isabelle Huppert e Juliette Binoche. Il designer vanta collaborazioni di ampio respiro con i più grandi nomi del mondo dell’arte come l’interior designer Andrée Putman, Guy Bourdin, Dominique Issermann e Herb Ritts.
La mostra è prodotta dal Montreal Museum of Fine Arts in collaborazione con la Maison Mugler (che ha effettuato il restauro del patrimonio sartoriale dello stilista) ed è a cura di Thierry-Maxime Loriot sotto la direzione di Nathalie Bondil, direttore generale e curatore principale del Museo delle Belle Arti di Montreal.
Immagine di copertina: Ellen von Unwerth, Eva Herzigová, Vogue (Italy), 1992, digital print, Outfit: Thierry Mugler, Les Cow boys collection, prêt-à-porter spring/summer 1992, Photo : © Ellen von Unwerth