Il disegno del cinema, Palazzo di città, Cagliari, locandina

Il disegno del cinema, Palazzo di città, Cagliari,

[fbshare type=”button”] Esistono a volte nel mondo alcune piccole cose perfette la cui piccolezza, constatata l’accuratezza e la precisione, sia formale, sia contenutistica, ne sancisce l’effettiva grandezza.

È il caso della mostra Il disegno del cinema, allestita a Cagliari (fino al 27 settembre, ma ne auspichiamo una proroga) e curata da Giovanni Columbu, Anna Maria Montaldo e Giona A. Nazzaro, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, che mette in mostra i disegni, i dipinti, gli appunti visivi e le fotografie di quattordici maestri del cinema italiano testimoniando il percorso creativo che accompagna la realizzazione dei loro film.

La location è quella dell’antico Palazzo di Città, prospiciente il Palazzo regio, con i suoi soffitti a cassettoni e i suoi angoli che, complice un buon restauro, emergono improvvisi a stupire il visitatore.

Ma quello che più stupisce della mostra sono intenti e contenuti. Gli intenti partono dalla fucina di confronti e spunti artistici dei Musei Civici (Galleria Comunale, Museo d’arte siamese Cardu e Palazzo di città), che chi scrive segnala come fra gli ambienti più eleganti nell’Europa del sud, i quali per eccellenza incarnano l’anima di una Cagliari Capitale della cultura italiana 2015.

Makinarium, Studio per Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, 2014

Makinarium, Studio per Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, 2014

I contenuti sono palpabili quando nelle sale si rivelano disegni, bozzetti e dipinti di artisti del cinema che evidenziano come nessuna arte, come nessuna cultura, si possa dire isolata dalle altre. Le bozze per Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, tratto da Lo cunto de li cunti, i dipinti di Marco Bellocchio (i più vibranti Pesce rosso e Bambino con gatto) e le mappe fotografiche di Mario Martone per L’amore molesto, fanno eco a piccoli capolavori di artigianato e scenografia come le opere degli effettisti di Makinarium che riproducono nei minimi dettagli, sempre per Il racconto dei racconti di Garrone, il carretto per la favola del re e della pulce, o i fogli dell’album da lavoro per Meraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani, a opera di Lina Nerli Taviani, in cui figurino di moda, schizzo e scelta del tessuto danno origine agli abiti di scena.

A Cagliari, dunque, non si celebra il cinema fine a se stesso, ma quella settima arte che nasce come frutto di collaborazione e confronto con le altre sei. E si celebra con uno storytelling arguto in cui regia, letteratura, sceneggiatura, pittura, disegno e arti applicate sì fondono con gli spazi espositivi che rimangono possenti, ma neutrali, per dare spazio alle opere. Un ideale campo di confronto fra le arti.

Finalmente una mostra intelligente e raffinata.

By Matteo Tuveri


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