Dal 22 al 25 giugno la Sardegna ha premiato le certezze e le promesse del cinema e ospitato una passerella di attori, star e celebrità del cinema (e non solo). Vincitore della sezione cortometraggi il lavoro di Christiano Pahler “Come siamo diventati” (in futura programmazione su Rai Cinema Channel e sulla piattaforma MyMovies): “un affresco semplice ma originale, girato con uno stile leggero e ironico, che racconta la contemporaneità attraverso le voci dei residenti di un condominio” (queste le motivazioni della giuria).
Si è conclusa con un successo senza precedenti la sesta edizione del Filming Italy Sardegna Festival diretto da Tiziana Rocca, che ha avuto luogo al Forte Village. Più di cinquanta i titoli presentati fra cui numerose anteprime, pellicole, serie TV, documentari e cortometraggi. Fra il pubblico (diviso fra proiezioni online, il Notorious Cinema di Cagliari e le sale del Forte Village) gli studenti delle scuole che hanno fatto parte dell’Academy Cinema, e i numerosi ospiti nazionali e internazionali. Fra le star Christopher Walken, Emile Hirsch, Laura Dern, Fausto Brizzi, Lodo Guenzi, Ricky Memphis, Marco Bocci. Tra i film proiettati Ti presento i suoceri, Nimona, The Flash, Spider-Man: Across the Spider-Verse e Transformers – Il risveglio.
Tiziana Rocca si è detta particolarmente felice e soddisfatta dei risultati raggiunti: “il notevole sforzo produttivo di quest’ultimo periodo ha dato vita a un’edizione speciale che continua a stupirci anno dopo anno con traguardi inaspettati. Una delle principali mission di questo Festival è quella di far riavvicinare il pubblico al cinema, di far tornare le persone in sala anche d’estate, specialmente in questo periodo che presenta ancora moltissime criticità, ed essendo una delle pochissime direttrici artistiche donna di un festival a livello europeo, percepisco questo impegno in maniera molto personale.”
Nella speciale giuria di qualità dei cortometraggi Paola Cortellesi, Riccardo Milani, Vito Sinopoli, Stefano Arduini, Massimo Granchi, Andrea Minuz, il Professor Massimo Arcangeli e Tiziana Rocca.
Filming Italy Sardegna Festival si è svolto in collaborazione con APA – Associazione Produttori Audiovisivi presieduta da Giancarlo Leone, con il Patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari, del Consorzio Costa Smeralda e con la collaborazione di Forte Village.
Il corto vincitore – Christiano Pahler “Come siamo diventati”
A vincere la sezione dedicata ai cortometraggi (Presidente della Giuria Claudia Gerini), l’opera di Christiano Pahler “Come siamo diventati”.
“Come siamo diventati” è una storia ambientata in un condominio di Cagliari, in un futuro prossimo, dove quasi nulla è cambiato. Una lampadina fulminata al terzo piano sconvolge la quiete della palazzina e dei suoi abitanti mettendo a nudo i nervi scoperti della comunicazione – solo messaggistica vocale istantanea – e della convivenza civile.
il corto di Pahler sviluppa la narrazione attraverso una conversazione a più voci, in un cambio di inquadrature a primissimo piano. La fotografia adotta un color grading originale in base alla personalità e al linguaggio, in linea con la crescente concitazione dei personaggi (tutti interpretati da attori non professionisti). La regia è onesta, ironica, fine e diretta, e ricorda, da lontano (ma con certa efficace spontaneità) un Monicelli alla Parenti Serpenti o la commedia teatrale di Edoardo Erba Il marito invisibile (di e con Monti e Massironi). La musica originale di Mauro Cannas chiosa con eleganza un prodotto fatto totalmente a mano, ruvido nella composizione e tagliente nel messaggio. Lo stesso regista si pone come narratore interno, nel ruolo di un escluso nerd asserragliato in un bunker tecnologico che ricorda l’angolo avveniristico di Doc di Ritorno al Futuro. Personaggi “normali”, nuovi mostri della porta accanto, si delineano sfumati e chiedono spazio oltre la scena, dimostrando la validità autoriale.
Christinano Pahler. Ritorniamo alla letteratura
Abbiamo chiesto al regista di raccontarci l’Italia del suo film. Nel tuo corto ritrai un’umanità ammorbata da egoismo e isolamento. La tecnologia ha “aiutato” questo percorso?
L’idea nasce dal fatto che l’italiano medio, nel corso del tempo, non è mai cambiato. Con l’avvento delle nuove tecnologie si è ulteriormente abbruttito. Facile accusare e offendere gli altri dietro allo schermo di un PC o di uno smartphone. Posizione dalla quale tutti pensano di avere diritti e non doveri, in cui il sacrificio per ottenere un risultato non esiste, in cui infrangere le regole per arrivare primi è diventata prassi sdoganata.
Ogni film è frutto di un percorso professionale e personale. In poche parole come definiresti il passi che ti hanno portato a “Come siamo diventati”?
Non giravo più nulla dal 2016. Anno in cui girai “Last Christmas“, che ebbe discreto successo, presentato ai vari festival e distribuito anche in Italia e su Sky Cinema per cinque anni. L’edizione 2023 del Filming Italy Sardegna Festival ha proposto un tema che io ho trovato subito congeniale: come immagini la tua città nel futuro. Ho dunque ripreso in mano la mia piccola Canon – con buona risoluzione – e un’idea che già avevo sviluppato: un condominio in cui tutti si detestano, in un mondo dove ne sono tutti usciti peggiori di quanto l’ottimismo distopico di Carpenter o Sergio Martino avessero immaginato e presupposto nelle loro pellicole (1997: Fuga da New York di Carpenter del 1981, oppure 2019 – Dopo la caduta di New York del 1983).
Nessuno ci ha azzeccato?
Forse in Ritorno al Futuro 2 per le automobili ad elettricità. Ma nel mio futuro, per come ce l’ho in testa, diventiamo tutti un po’ più stronzi.
Cambiamo argomento: cinema indipendente in un mondo standardizzato. Quali i difetti e quali i pregi, se ce ne sono.
C’è molto da dire e raccontare. Il cinema indipendente in Italia funziona poco. Abbiamo un insieme di pochi grandi produttori, potenti economicamente, e un nutrito insieme di produttori forti per le idee e i progetti, che guadagna poco (a fronte di un ottimo lavoro per la distribuzione). I cortometraggi non hanno un mercato, sono una vetrina per le idee e lo stile di un regista. Lo svantaggio è dover affrontare tutta la trafila della progettazione per la quale io per esempio sono poco portato. La ricerca di un produttore è difficile: la norma non è avere una buona idea e che “qualcuno” ti venga a produrre.
Sfatiamo le leggende…
Esatto: la regola è che il regista, che non sempre è lo sceneggiatore, vada poi a bussare alle porte dei mille e uno papabili produttori.
Quali i registi di qualità ora in Italia secondo te?
Garrone, Sorrentino, Alessandro Aronadio, Matteo Rovere, Sydney Sibilia. Questi i miei preferiti. Poi ce ne sono sicuramente tanti altri che ora non mi vengono in mente.
Quello che non ti piace di certi registi?
Alcuni sono troppo impegnati a far finta di essere americani, a mascherarsi da ciò che non sono, a guardare le serie TV per capire dove tira il vento. Ci vuole personalità, introspezione e grande autocritica. Il futuro di qualità del cinema si cambia ritornando alla letteratura, ai libri.