L’Associazione culturale Terra delle O, insieme alla Casa Editrice Nor, ha presentato il numero pilota de Le Sorelle Delunas, il primo fotoromanzo italiano/sardo ambientato in epoca moderna. La presentazione del fotoromanzo, avvenuta a Cagliari nel pomeriggio del 17 gennaio negli spazi della MEM – Mediateca del Mediterraneo, ha visto la partecipazione di tutto il cast, formato da Michela Sale Musio e Tiziana Troja, della compagnia Lucido Sottile, che insieme ad Antonella Puddu interpretano le Sorelle Delunas, e da Francesca Cocco, nel ruolo di Ninetta, Emanuele Sorrentino, Renzo Zedda, Nora Carta e Massimo Migoni.
Al timone della serata Tore Cubeddu che ha coordinato gli interventi, pieni di grinta, contenuto e ironia, di Elisabetta Randaccio, dell’editore Franciscu Cheratzu e del cast. Ad accogliere il pubblico l’apporto canoro de is cantadoris Roberto Murru e Giuseppe Caddeu, dell’associazione Arrepentina e Mutetus, accompagnati dal fisarmonicista Michele Piras.
Le Sorelle Delunas, che si avvale del progetto grafico di Daniele Coppi, delle fotografie di Rachele Salvioli e della presentazione eccellente dello sceneggiatore, regista e scrittore Biagio Proietti, è disponibile in formato cartaceo a tiratura limitata (10,00 €) e in versione e-book (3,00 € – iPad 3 o equivalente). In lingua italiana con inserti in sardo e slang cagliaritano, si presenta con il taglio di una moderna serie a puntate in cui «fotografia e sceneggiatura si richiamano ai fotoromanzi degli anni Cinquanta: grafica pulita, foto accurate e intense e grande attenzione per l’espressività degli attori».
«Il desiderio di raccontare emozioni, di farle rivivere e anche condividere», come recita la presentazione di Proietti, è alla base del lavoro che, fra passato e presente, relazioni amorose e intrecci familiari sullo sfondo dei grandi eventi del Novecento, viaggia sull’onda della nostalgia, degli inganni, dei segreti e dei poteri soprannaturali delle tre sorelle. Come sostenuto da Elisabetta Randaccio, «la travagliata storia d’amore di Ninetta e Mario, raccontata e vissuta dai protagonisti di oggi tramite la tecnica narrativa del flashback (reso con eleganza grazie al bianco e nero – ndr), fa de Le Sorelle Delunas l’ideale rinascita di un genere, quello del fotoromanzo, nato nel Dopoguerra su impulso di Cesare Zavattini e Damiano Damiani, e diventato un fenomeno editoriale e sociale negli anni successivi grazie a riviste come Sogno, Cine Illustrato, Bolero e Grand Hotel e a personaggi come Sofia Lazzaro, poi Loren».
Lo stile de Le Sorelle Delunas, caratterizzato da una linea narrativa semplice arricchita da un sub-plot avvincente, spesso ambientato nel passato, mette in scena i personaggi di Eleonora, Timbora e Sinispella. Sorelle particolari, il cui nome richiama personaggi storici legati alla storia statuale della Sardegna, quella dei Giudicati, esse sono legate alla luna per il significato del loro nome, infatti Eleonora significa “cresciuta nella luce”, Timbora “Sacerdotessa del Dio-Toro” e Sinispella “Sacerdotessa della Dea Luna”. Le ambientazioni restituiscono una Cagliari insolita, catturata nei colori e negli angoli meno noti e più suggestivi o nei locali più carichi di pathos vintage come L’Ex Art di Piazzetta Dettori, l’American Bar Biffi e la boutique Love Retrò di via Sulis 26.
Abbiamo chiacchierato con Antonella Puddu, che ha sceneggiato, diretto e interpretato il fotoromanzo. Attrice, regista e operatrice di lingua sarda, contagia con il suo entusiasmo.
Perché la scelta del fotoromanzo e con quali tecniche lo avete affrontato nel 2015?
La scelta del fotoromanzo perché è bellissimo fare un fotoromanzo. Magico! Fotografia, pittura, espressività corporea, emozione: tutto si mischia come in un film statico, ed è un po’ come tornare indietro nel tempo, all’essenza dell’immagine e del suo significato anche simbolico, oltre che estetico o figurativo. È uno strumento di espressività artistica secondo me poco valutato, ormai andato in disuso e che invece può offrire grandi soddisfazioni. Le tecniche, a parte l’uso del digitale e la versione e-book per la vendita, credo siano le stesse del passato. È necessario avere un soggetto, una sceneggiatura e uno storyboard e tutto ciò che occorre su un set fotografico, ovviamente attrezzato modernamente, anche se per gli scatti in certi ambienti abbiamo usato il lume di candela!
Quali sforzi o abilità recitative sono richiesti all’attore di fotoromanzo?
Per quanto riguarda la tecnica di recitazione è stata mista: ho molto utilizzato i tableaux vivants, ma anche l’improvvisazione dei personaggi e soprattutto l’abilità della fotografa Rachele Salvioli nel catturare espressioni e emozioni nel momento giusto. Una professionalità attoriale degli interpreti o una conoscenza anche basica della tecnica recitativa sono comunque auspicabili per ottenere un buon risultato. Anche per interpretare un fotoromanzo bisogna saper recitare, che sia una cosa innata o frutto di studio, questo è un requisito fondamentale.
Parliamo del cast. La scelta delle Lucido Sottile mi trova sempre assolutamente di parte. Durante la presentazione descrivono il loro impegno sul set del fotoromanzo come totalizzante e faticoso ma non privo di soddisfazione e divertimento. Ci parla del resto del cast?
Gli interpreti, a parte le coprotagoniste Tiziana Troja e Michela Sale Musio, sono stati scelti dopo un casting accurato. Devo dire di essere stata fortunata perché abbiamo trovato subito la protagonista dell’episodio pilota, la bravissima Francesca Cocco, che interpreta un doppio ruolo e che pur svolgendo un altro lavoro ha solide basi teatrali e artistiche. È apparsa al casting ed è stata subito scritturata perché incarnava alla perfezione l’immagine che io avevo in mente. Lo stesso dicasi per l’interprete maschile e per tutti altri gli altri ruoli: erano giusti per i personaggi nati dalla mia fantasia. Al casting hanno partecipato persone veramente interessanti, tanto che mi hanno ispirato dei piccoli ruoli che ho aggiunto, come nel caso di Lazzaro Cadelano. Nella selezione mi ha molto aiutato la Casting Manager Rossana Patricelli che è stata il mio braccio destro per tutta la preparazione e la produzione del fotoromanzo.
L’ultima domanda: la lingua sarda e il suo pubblico. Quale pubblico si delinea, o avete pensato, per Le Sorelle Delunas?
In realtà il fotoromanzo non è in lingua sarda, è prevalentemente in lingua italiana con alcune parti in sardo con traduzione a margine. Più avanti prevediamo una traduzione integrale in lingua sarda, per ora ho preferito adottare questa formula, in modo da raggiungere un maggior numero di persone e iniziare al sardo, a piccole dosi, anche chi non ha nessuna dimestichezza con questa lingua. Diciamo che il pubblico al quale abbiamo pensato è mondiale, nel senso che il nostro intento, mio e dell’Editore Nor e del produttore Terra delle O, è quello di tradurre quanto prima Le sorelle Delunas in altre lingue, prima fra tutte l’inglese, mantenendo le parti in sardo con traduzione a margine. Il formato e-book e la vendita online del cartaceo permettono una grande diffusione. A noi interessa utilizzarla tutta per permettere al nostro lavoro di essere conosciuto oltre confine. Insomma: “Le sorelle alla conquista del Web!”.
By Matteo Tuveri