Il Museum of Brocken Relationships è un progetto globale e partecipativo con sede fissa a Zagabria, nel bellissimo palazzo barocco Kulmer nella Città Alta, e a Los Angeles (nel cuore di Hollywood).
Il museo (qui il suo account Instagram) ospita oggetti di varia natura e valore, contestualizzati all’interno di storie d’amore interrotte che conferiscono agli oggetti esposti un valore narrativo, capace di evocare il perchè di amori e rotture, di separazioni e unioni lunghe e preziose.
Uno spazio condiviso – sia fisico, sia virtuale – creato con l’obiettivo di condividere le storie interrotte attraverso “simulacri” che ne rappresentano la forza. Come indicato nel sito ufficiale del museo, uno spazio “su di te, su di noi, sui diversi modi in cui amiamo e perdiamo l’amore“.
Il museo offre la possibilità a tutti i partecipanti di elaborare i lutti emotivi grazie alla creatività, dando la possibilità non solo di contribuire alla collezione con i propri oggetti e le proprie storie, ma anche di intraprendere un viaggio emotivo ed empatico. Dietro a una storia d’amore finita risiede sempre la storia di una crescita personale, a volte ricca di sofferenza ma, di sicuro, mai trascurabile e sempre degna di considerazione.
Siamo andati a curiosare negli oggetti esposti e abbiamo trovato una vecchia macchina per il caffè espresso italiano, accompagnata dal cartello: “Per molto tempo lui ha amato il caffè che gli preparavo usando la macchina espresso che mi ha dato. Per molto tempo mi ha amato. E poi, un giorno, non ha più amato il caffè che gli facevo con la macchina espresso che mi aveva regalato. E poi, un giorno, non mi ha più amato e se n’è andato. Dunque ho preso la macchina da caffè che mi ha regalato, che faceva il caffè che lui amava, e l’ho sistemata nel seminterrato così da non doverla più vedere. Ma ogni volta che scendo in cantina, eccola lì“.
Anche un dildo, generalmente lasciato nel segreto delle fantasie, e dei cassetti, fa capolino nei tesori del museo: “Più o meno nel periodo del mio ventisettesimo compleanno, il mio ragazzo mi ha regalato questo. Forse perché eravamo d’accordo che non avremmo fatto sesso fino a quando non ci saremo sposati. Quattro anni dopo ci siamo sposati, avendo mantenuto la nostra promessa. Sette anni dopo ci siamo separati. Non abbiamo fatto centro dal punto di vista sessuale anche se abbiamo messo al mondo e cresciuto un bellissimo bambino. Mi ci è voluto molto tempo per rendermi conto di quanto sia importante il buon sesso“.
Un numero due, probabilmente in materia plastica (vedi qui), viene accompagnato dalla considerazione: “Aveva un’altra donna. Non poteva fare di me il suo numero 1. Non potevo sopportare di essere il suo numero 2“.
In una teca anche un ricordo antico, che viene dall’Armenia: una cartolina con poche righe che testimonia la storia di due Giulietta e Romeo del Novecento: “Sono una donna di 70 anni di Yerevan, la capitale dell’Armenia. Ho visitato Zagabria nel 1967 e la città mi sta molto a cuore. Quando ho scoperto da un giornale locale che esisteva il Museum of Brocken Relationships, ero triste e felice allo stesso tempo. Questa è una cartolina che è stata fatta scivolare sotto l’uscio della porta di casa mia molto tempo fa dal figlio dei nostri vicini. Era innamorato di me da tre anni. Seguendo l’antica tradizione armena, i suoi genitori sono venuti a casa nostra per chiedere la mia mano. I miei genitori si sono rifiutati dicendo che loro figlio non mi meritava. Se ne sono andati arrabbiati e molto delusi. La stessa sera il figlio si è buttato con la sua macchina da un dirupo.”
A celebrare il concept anche un libro-catalogo dal titolo “The Museum of Broken Relationships, Modern Love in 203 Everyday Objects” (Hachette). Gli autori Olinka Vištica e Dražen Grubišić hanno selezionato numerosi oggetti (un abito da sposa sigillato in un barattolo; un rullino di pellicola non sviluppata; un’ascia usata per tagliare i mobili di un ex amante in un impeto di rabbia), e hanno dato vita a una carrellata significativa.
Vi sentite soli dopo una relazione sulla quale avevate investito sforzi, vita e cuore? Fatevene una ragione, non lo siete! Questo è lo scopo del Museum of Brocken Relationships, elaborare il lutto della fine e permettere a tutti di condividere la vostra storia georeferenziandola. È sufficiente mettere un pin e condividere (clicca qui). Così dice il sito web ufficiale del museo: “Condividi una storia finita, chiudila se hai bisogno di prenderti il tuo tempo o semplicemente segnala una storia interrotta sulla mappa globale dei cuori infranti. Non sei solo.”