In concomitanza con l’ambiziosa pubblicazione del carteggio integrale di Lodovico Antonio Muratori (1672-1750), la prestigiosa casa editrice fiorentina Leo S. Olschki dà alle stampe anche opere meno conosciute dello storico modenese, che vertono su temi di respiro filosofico, a proposito del quale gli studi su Muratori non hanno mai fatta piena luce. A torto, perché si tratta di scritti che contribuirono a rinnovare l’asfittico ambiente culturale italiano settecentesco, il cui maggiori impegno era stato purtroppo profuso nella famigerata Arcadia. Muratori, invece, guardava alla realtà, intravedeva la causa dell’Unità (all’inizio del secolo aveva teorizzata la Repubblica Letteraria d’Italia), e pur avendo preso gli ordini per sincera fede combatteva l’oscurantismo e il fanatismo religioso. Caratteristiche sufficienti a farne un gigante morale nella meschina Italia dell’epoca. Andrea Lamberti cura una nuova edizione del saggio Della forza della fantasia umana, un trattato filosofico-religioso, ma anche antropologico, che apre interessanti squarci documentari sulla zavorra di credenze e superstizioni che affliggevano la società ancora nel XVIII Secolo, così come su quelle manifestazioni isteriche che erano credute opera del demonio. Mantenendosi equidistante dal rigorismo cartesiano e dall’irrazionalità dell’inconscio (non ancora ben conosciuta nei suoi aspetti scientifici), Muratori indaga la capacità di quest’ultimo di condizionare il ragionamento e i comportamenti dell’individuo, e anche di aprire la strada a pensieri e opinioni irrazionali, frutto dell’ignoranza e della suggestione: su questi fondamenti, Muratori respinge con pacatezza le opinioni allora correnti sulla magia nera, che chiamavano in causa influenze maligne e persino diaboliche sulle vicende umane, e davano per certa l’esistenza delle streghe. Da uomo di chiesa Muratori riconosceva l’esistenza del male, ma sapeva distinguere, e mette in guardia dai tanti casi di possessione che circolavano allora in Italia, attribuendone larga buona parte a debolezze di carattere e di mente; si tratta di uno dei primi tentativi di spiegare in maniera razionale fenomeni sino ad allora affrontati in maniera irrazionale. E soprattutto, attacca la credulità popolare che spesso, in passato, ha portato alla morte sul rogo di tanti innocenti. Muratori fu tra i primi a parlare di “delirio” e “pazzia”, considerandole malattie o comunque gravi alterazioni della mente.
Pionieristiche anche le osservazioni sulla dimensione onirica della mente, quegli stati sognanti che alterano la realtà e che in un certo senso la ampliano, grazie alla forza della fantasia, e diversi capitoli sono dedicati a fenomeni come il sonnambulismo, l’estasi e la visionarietà. Senza dimenticare quell’estro dei poeti nel creare immagini di bellezza e sentimento. Muratori riconosce e stima la “fantasia dell’ingegno”, distinguendola con rigore dalle patologie di cui sopra.
Perché leggere oggi Muratori, a quasi tre secoli dalla scomparsa? Perché nel misero panorama del Settecento italiano è stato fra i pochi che abbia espressa una personalità e una dignità, ma soprattutto per l’onestà intellettuale con cui ha affrontato la materia storica (e nella Vienna illuminata dell’epoca, i suoi libri furono richiesti a gran voce dagli studenti universitari dell’epoca). Ma soprattutto, nel caso di questo volume, sorprende l’attualità delle sue argomentazioni sulla psicologia umana, in cui l’autore iscrive la fantasia fra le manifestazioni cerebrali e non dell’anima (come accadeva nella vecchia concezione aristotelica e cristiana) e l’affronta nell’ambito della fisiologia medica meccanicistica. Un cambio di prospettiva che costituì una novità assoluta per il panorama culturale italiano e gettò le basi per i successivi studi psicologici di personaggi come Cesare Lombroso.
Lodovico Antonio Muratori
Della forza della fantasia umana
Leo S. Olschki, 2020
Pagg. 166, Euro 26,00