La bellezza, come disse il Principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij, salverà il mondo. Ne sono profondamente convinti gli artisti che, in queste settimane di emergenza sanitaria, riempiono gli occhi, il cuore e la rete di messaggi, lavori, suoni, colori e linee. Non solo per salvarlo, questo mondo malato che voleva evitare di ammalarsi, ma anche e soprattutto per descriverlo nelle sue infinite pieghe, in una sofferenza pandemica graffiata da un bla bla bla infinito che rischia di diventare un oblio, un foglio bianco, una tela dalla quale emergono vitree prospettive, impressioni, commenti, vortici, ombre e volti con la mascherina sul viso.

Indie Rock by Diego Gabriele© - www.diegogabriele.it

Indie Rock by Diego Gabriele© – www.diegogabriele.it

Anche il pittore fiorentino Diego Gabriele, spesso associato da critici e osservatori alla New Contemporary Art, ha deciso di non fermare la propria produzione artistica e di raccontare con il suo stile i giorni di quarantena.

Nasce da questo periodo, confuso e denso di stimoli, la collezione di quadri Indie Rock dalla Quarantena, visibili da oggi sul suo sito www.diegogabriele.it. Opere che rappresentano le sonorità indie rock intrecciandole con figure femminili silenziose; utilizzando il bianco e nero con uno stile ruvido e graffiante che ricorda le illustrazioni Lowbrow e Underground dei primi anni 2000.

Sul periodo attuale, l’illustratore lascia qualche riga sul suo photoblog: “è stato uno dei giorni più surreali degli ultimi anni [scrive il 10 marzo ndr] ci siamo immaginati epidemie, fine del mondo e partite di burraco spaziali. Ma la realtà è sempre più surreale di quanto riusciamo ad immaginarla“.

Sempre dal suo blog: “Per un mese intero non ho voluto utilizzare il colore, mi sono rifiutato di utilizzarlo. Avevo bisogno di tornare al bianco e nero, alla ruvidezza del tratto, e di lasciare libera la mano, di scarabocchiare. E da questo esperimento è venuta fuori Indie Rock dalla Quarantena“.

Diego Gabriele© - www.diegogabriele.it

Diego Gabriele© – www.diegogabriele.it

Ma non tutto è riassumibile con la crisi. Dal silenzio, e dalla follia (“la follia, la base da cui nasce tutto“) spesso emerge la voglia di sperimentazione. È sempre lui a confermarcelo scrivendo di quanto adesso abbia voglia di ritornare alla ricerca pittorica: “basata su colori, simboli e tratti più morbidi“.

L’artista, classe 1981, ha esposto le proprie opere a New York, Berlino, Milano e Parigi (Corso Como 10, Milano, Colette, Parigi, L’Eclaireur, Parigi, MF Fashion e Le Figaro), ha collaborato con brand di Moda, riviste e band musicali. Dai Live Painting di Milano, Livorno e Genova ai Murales di Orgosolo, passando per i solo show e le fiere in tutto il mondo.

Una fucina di idee che ama mettersi costantemente alla prova,  non a caso i suoi hashtag ricorrenti sembrano essere #artlovers, #artistatwork e #italianarts


By Matteo Tuveri

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