Dai colori insistenti, dalle forme esasperate e dai tessuti tecnici dei tardi anni Ottanta emergono le bianche linee Biagiotti (consigliate, si dice, da Diana Vreeland), morbide alla vista e al tatto, fatte per le serate più eleganti o per i pomeriggi in cui vivere la vita contiene in sé una spontanea eleganza. Lo stile Biagiotti è come una fessura di luce in un mondo abbastanza caotico: se Valentino avanzava nel suo rosso, se Versace percorreva a falcate le passerelle, Biagiotti sussurrava cuciture quasi invisibili, filzature, piccole pieghe e impunture.
Dalla maestria della capostipite Delia Soldaini all’intuito bon ton di Laura, prima a conquistare con il Made in Italy la Russia nel 1995 e la Cina nel 1988, fino alla consacrazione: secondo il New York Times “The Queen of Cashmere”, per tutti sinonimo di autentica eleganza. La figlia Lavinia Biagiotti Cigna oggi si occupa della maison e ne tiene il timone con lo slancio cosmopolita tipico della famiglia.
Discover the exhibition GIACOMO BALLA: DESIGNING THE FUTURE at @Estorick with the artworks of #giacomoballa from Biagiotti-Cigna Foundation pic.twitter.com/uMbvM6IFez
— Laura Biagiotti (@LBofficialpage) April 19, 2017
La Signora Delia inizia come dattilografa, prosegue come moglie del giornalista Giuseppe, dirige un’azienda chimica e poi, inaspettatamente si dedica all’alta sartoria. Negli anni Settanta Laura, appassionata di archeologia cristiana e arte, è attiva, ricca di idee e preziose entrature: intuisce, insieme a Walter Albini, a Gianfranco Ferrè e Ottavio Missoni, che il panorama del prêt-à-porter sta passando da Firenze a Milano. Il suo profumo Roma, dedicato alla Città Eterna, come ricorda il Quirinale, che l’ha nominata Cavaliere del Lavoro nel 1995, “è distribuito nel mondo nel 1994 in oltre 30 milioni di flaconi. Le oltre 30 licenze in Italia e all’estero sviluppano un fatturato globale, nel 1993, di oltre 250 milioni di dollari”.
L’ascesa è inarrestabile, un sapiente bouquet di artista, designer e donna d’affari, anche se rifiutava ciascuna di queste definizioni, tenendo per sè solamente il divertimento e l’entusiasmo della sfida che ogni collezione si porta appresso. Nei lunghi anni accanto all’amato marito Gianni Cigna colleziona circa trecento opere del futurista Giacomo Balla. Oggi la Fondazione Biagiotti-Cigna ne espone 116 nella mostra Giacomo Balla: Designing the Future, che si è aperta a Londra alla Estorick Collection il 4 aprile.
A mancare non è soltanto una stilista, ma un importante pezzo di storia della moda internazionale che ha spesso fatto capire che più importante di far parlare di sé, più interessante dello stupore, c’è solamente vivere pienamente la propria storia.
By Matteo Tuveri
Sono stati anni in cui la stilista è stata davvero una voce nuova nel panorama della moda e dell’imprenditoria. Bellissimo omaggio. Ho letto con piacere.
Ho letto e devo dire che, a parte il famoso profumo, non sapevo dei tanti successi internazionali.
Eleganza e comodità, doti rare in una stilista.
Bellissima ultima frase: spesso oggi viviamo per apparire e ci dimentichiamo di esistere pienamente. Curioso che una lezione così vanga da una designer, ma non mi meraviglio, sono gli imprenditori e gli artigiani di un tempo a darci lezioni.
Roma come la vedeva la stilista e come è invece adesso, fa riflettere.
Ricordo con grande emozione, da studioso della moda, il 1988 e la sfilata nella piazza in Cina.
Gavetta, studio, applicazione, scommessa nel futuro: queste sono le costanti di una grande carriera. Bellissime parole nell’articolo, complimenti!
Studio design a Milano e devo dire che il riassunto di una bella carriera come quella di Laura Biagiotti è fatto davvero bene. Mi ha colpito molto la frase “se Valentino avanzava nel suo rosso, se Versace percorreva a falcate le passerelle, Biagiotti sussurrava cuciture quasi invisibili, filzature, piccole pieghe e impunture”, mette in luce che l’autore conosce la materia. complimenti!
Non sapevo della mostra, lo dico a mio figlio che studia a londra.
Non credo che è stato scritto ricordo più rispetoso, bravi
Però è vero che tutti colorati e lei quel bianco o quel colore contenuto, eleganza è anche questo
Gentile Dott. Tuveri, come posso contattarla per avere un autografo sul suo ultimo libro? Sono sarda e vivo a Milano.
Gentile Patrizia Rossi, la preghiamo di inviare la sua comunicazione al nostro indirizzo e-mail info@mockupmagazine.it
Sono una sarta e non vivo più in Italia da molto tempo, pur rimanendo fortemente attaccata alle mie origini. Leggo quando posso i contenuti che publicate e questo mi ha molto commosso perchè la mia attivita di sarta è iniziata unn po con quella della stilista.
Ho visto che c’erano alcuni spazi fra un articolo e una parola nel secondo capoverso. Per il resto ottime riflessioni, sapete quante volte vedo cosiddetti stilisti – oggi sono tutti stilisti appena fanno un corso per fare l’orlo al jeans – e penso ma la gavetta, l’intuito e lo stile?
Gentile Gennara Rocca, abbiamo corretto il refuso. Grazie per avercelo segnalato.
Finalmente un articolo niente gossip e tante belle riflessioni. Mi informerò sulla carriera della Signora Biagiotti. Commoventi le parole di stima dei collaboratori e colleghi.
Dovrebbero rilanciare il marchio che ai miei tempi è stato davvero famoso
L’altra domenica Giletti ha intervistato Romina Power e hanno intervistato la figlia della stilista.
Grande commozione e interessante leggere della sua carriera.
Una vera signora della moda
Uno dei capisaldi della moda. Bisogna dare ai giovani opportunità altrimenti diventeremo poveri di soldi e di spirito.
Complimenti per la capacità di sintesi senza perdere i colori dell’emozione per una vita e una carriera fuori dal comune.