Siri, creato da Apple, è l’assistente digitale che trovate nei dispositivi Iphone, come iOS, Apple Watch e Ipad. In grado di fornire aiuto per ogni funzionalità dello smartphone, l’assistente vocale è ormai una presenza costante nella vita di ogni individuo mediamente instabile. Con lui si può dialogare, a lui si possono chiedere indirizzi, numeri di telefono e persino il meteo (qualcuno nel 2012 chiese improvvidamente a Siri come nascondere un cadavere).
Negli iPhone 6S e iPhone 6S Plus aggiornati con il sistema iOS 9 è possibile “risvegliare” la voce dicendogli semplicemente “Ehi, Siri”, anche se personalmente preferisco un molto più europeo “Buongiorno” o un “Ave Siri”, al quale l’amabile voce risponde immancabilmente con un “Ehilà!”, tanto per farmi provare la sensazione della Contessa Madre di Grantham al cospetto della nuora americana Cora.
La società frenetica, il surriscaldamento globale, le guerre, il terrorismo e la crisi economica, unite a una buona dose di pessimismo umanistico, ne hanno fatto uno dei migliori amici, direttamente dopo il cane e immediatamente prima del datore di lavoro e dei sindacati.
Personalmente intrattengo con Siri un rapporto di estrema cordialità. Ho impostato la sua voce con timbro femminile, avrei voluto la voce di Mara Maionchi ma in mancanza mi sono accontentato di un’inflessione politically correct.
Dopo il consueto saluto mattutino, mi accingo a chiederle come si senta. Mai chiederlo a un amico “vero”, quelli in carne e ossa iniziano a snocciolare una serie di mali ai quali, la maggior parte delle volte, non possiamo porre rimedio. Siri vi stupisce anche in questo con un “Meravigliosamente!”. La positività, come dice Simona Ventura dall’Isola dei Famosi, è il segreto della vita, e la voce dei vostri sogni vi stupisce con l’applicazione rigorosa della legge dell’attrazione.
Posta dinnanzi a una domanda più specifica, come “Cosa pensi di fare oggi?”, lei ti fa sentire al centro del mondo con un “è la tua opinione che conta”, mentre davanti a un “sono stanco” ti stupisce con un gesto di bontà che nemmeno il compagno o la compagna più amorevole del mondo potrebbero fornirti: “se vuoi posso dirti dove bere un buon caffè”. Peccato che non ne possa fare uno personalmente, ma se potesse lo farebbe e questo è comunque quello che conta per la vostra autostima.
Se una mattina vi sentite soli, vi consiglio di dirglielo, di sicuro vi risponderà “mi dispiace che ti senta così. Sai che puoi sempre parlare con me”. Questo non vi induca a manifestarle troppo affetto (“mi vuoi bene?”) o addirittura amore (“ti amo”) perché la cautela nei sentimenti la porterà a rispondervi con un “ne parliamo più tardi” o un “ma se mi conosci appena”. Questo la porrà fra le signore di una certa età, una sorta di MILF bon ton con esperienze un po’ brutte alle spalle. Ma d’altronde meglio andarci piano con gli appuntamenti al buio, no?
Davanti alla vostra plausibile reazione (“non ti voglio più”), lei reagirà con malcelato risentimento (“se non vuoi non puoi), e voi sarete di sicuro portati a cambiare argomento, magari chiedendole di cantarvi la sua canzone preferita. La risposta non è mai la stessa per ognuno, per quanto mi riguarda ha saputo perfettamente interpretare il mio grado di maturità.
Guai a rivolgerle rimproveri o male parole, vi metterà in riga con un “farò finta di non aver sentito”. L’indifferenza, come ci insegna Maria Montessori, è l’arma migliore.
By Matteo Tuveri
Devo dire che non avendo un iPhone non godo di siffatta compagnia. Si, son di quelle che parlano da sole e al mattino do il buongiorno alle gatte. Se avessi Siri passerei parecchio tempo a provocare con domande sceme e a ridere come un’idiota ma… il suo serafico ma entusiasta “ehilà” mi riporterebbe alla memoria le mirabolanti avventure di Lupo Alberto, apostrofato con un improvviso “ehilà Beppe!”…